venerdì 21 giugno 2013

Riappropriarsi del territorio
della sovranità popolare e delle istituzioni
è l'unica strada per dare alla Macroregione
forma e concreta attuazione nel rispetto
della Costituzione 

La Macroregione del Nord, è la parte più avanzata del nostro paese che partecipa alla più vasta area dell'Euroregione Alpina.
La Macroregione deve essere allargata alle Regioni del Centro, omogenee per economia, società e storia (è il territorio degli antichi Liberi Comuni, è il territorio dove si è espresso lo sviluppo industriale del Boom economico, è il territorio delle PMI, dell'eccellenza e della creatività industriale dal nord padano al centro fino a Fabriano e Terni).
La Macroregione Centro-Nord rappresenta un'area omogenea forte, tra le più avanzate d'Europa, da sola in grado di riprendere il percorso della crescita economica con successo, se liberata dai lacci e lacciuoli della burocrazia italiana e di tutti i condizionamenti nazionali che soffocano le energie che se liberate genererebbero un ciclo virtuoso di crescita.
L'Emilia e la Romagna, è parte integrante dell'area a tutti gli effetti della Macroregione. La nostra regione, non può essere esclusa per pregiudizi politici, proprio nel momento in cui intendiamo proporci come soggetto egemone nella costruzione della nuova Lega, con l'ambizione di diventare il primo partito al Nord.
Il progetto della Macroregione, sarà la nostra mission politica per dare risoluzione alla "Questione Settentrionale" che è la piattaforma post-ideologica da cui partire con idee e proposte concrete e non con bandiere ideologiche o manifestazioni populistiche che hanno degenerato nel passato ad espressioni folcloristiche senza produrre nulla di concreto se non produrre risentimenti rancorosi o peggio una sensazione di impotenza politica interna al movimento fino a rasentare un sentimento di frustrazione in molti militanti per aver fallito obiettivi più per demagogia e poca incisività su questioni essenziali come i costi standard.
La conquista delle tre Regioni più importanti, deve essere l'occasione per tradurre una politica comune di buon governo senza arroccamenti ideologici, ma fare della Macroregione il laboratorio della crescita economico-sociale, il modello da estendere alle altre regioni del Centro, a noi assimilabili, in un progetto omogeneo che fa del territorio identitario, per noi essenziale, la base anche dell'idea di quel "territorio competitivo" in grado di poter ridare vitalità al mercato locale interno che rimetta in movimento il motore della crescita economica.
Per realizzare una politica per il "territorio competitivo" è necessario riappropriarci della sovranità popolare, della sovranità monetaria (non uscendo dall'Euro, ma introducendo una moneta complementare per gli scambi del mercato locale interno).

Considerazioni sull'efficacia della moneta complementare e dei suoi effetti positivi all'interno del mercato locale e dei vantaggi che la sua introduzione consentirebbe:
- 1. La moneta complementare, deve essere unica in tutta la Macroregione
- 2. Il valore della mo.com (= moneta complementare) deve essere pari all'euro: 1 mo.com = 1 euro.
- 3. Il mo.com non avrà circolazione fuori dalla Macroregione, ma solo interna al mercato locale.
- 4. La massa monetaria della mo.com dovrà essere garantita dal valore della proprietà pubblica immobiliare oggi immobilizzata e dispersa in innumerevoli enti incapaci di mettere a valore il patrimonio immobiliare per inefficienza, burocrazia ecc.
- 5. La mo.com non avrà emissione cartacea o altro se non con l'unico strumento di accredito o pagamento che è dato dalla tessera magnetica, potrà essere usata quindi come una comune "card" bancaria o postale oggi in circolazione.
- 6. La mo.com ripristinerebbe la sovranità monetaria nel mercato locale macroregionale.
- 7. La mo.com è l'unica possibilità di avere una camera di compensazione monetaria tra mercati diversi, messi in crisi dall'euro.
- 8. La mo.com, immetterebbe liquidità solo all'interno del mercato locale, quindi non aumenterebbe l'inflazione del valore dell'euro, che deve essere alto per poter acquistare energia, gas, petrolio e materie prime o altro sul mercato globale.
- 9. Prendere atto che con la globalizzazione siamo di fronte a due realtà che si confrontano ad armi impari: il mercato globale e il mercato locale, dove quest'ultimo ha pagato un prezzo troppo alto per i costi di un costo del lavoro e di deficit competitivo senza difese e di una finanza speculativa che ha fatto man bassa della nostra economia reale.
- 10. La volatilità dell'euro, che si trasferisce sui mercati più remunerativi, di fatto impoverendo la nostra finanza locale, depauperando la nostra economia (aggiunta ai money-transfert che trasferiscono miliardi di euro dall'Italia ai paesi arabi, alla Cina ecc.) sarebbe compensata sul mercato interno dalla mo.com che non può essere trasferita. Chi vuole cambiare mo.com con euro, lo può fare pagando un cambio come avviene in una normale transazione tra monete diverse.
- 11. La mo.com ripristinerebbe il vantaggio competitivo delle imprese, riducendo il cuneo fiscale, senza oneri per la fiscalità generale: lo Stato avrebbe lo stesso gettito dalle tasse, anzi di più, proprio per la ripresa dell'econima e del mercato innescata dalla mo.com
- 12. La mo.com, riducendo il cuneo fiscale, ridurrebbe il costo del lavoro, riportando la competitività aila pari dei paesi nostri competitors, in particolare dei paesi nostri confinanti al Nord, che oggi sono attrattivi per le nostre aziende per tassazione, burocrazia ecc.
- 13. La mo.com diventerebbe competitiva all'interno del mercato locale con i servizi delle banche locali, che si troverebbero a non dover più imporre il credit crunch (blocco del credito), togliendo il signoraggio di un monopolio bancario tutto a vantaggio della finanza speculativa rispetto all'economia reale.
- 14. La mo.com ridarebbe credito, oltre che alle imprese, ai cittadini e agli enti locali, ponendo fine alla assurda politica di austerità che sta massacrando tutti, anche chi è virtuoso, imponendo anzichè la crescita sul credito e lo sviluppo, la chiusura del mercato interno e la recessione di un sistema economico che produce solo povertà e la condanna a morire se non sta al gioco perverso dell'obbligo a finanziarsi ricorrendo al debito verso i detentori del mercato speculativo internazionale, gli unici capaci di erogare finanziamenti a tassi da strozzinaggio.
- 15. La mo.com, legata alla garanzia del patrimonio pubblico immobiliare, consentirebbe la manutenzione dello stesso, delle scuole, degli ospedali, dei musei e di tutto quello che oggi, per mancanza di fondi va in rovina. La manutenzione delle strade e delle infrastrutture e dell'ambiente dai danni del terremoto e dalla devastazione delle alluvioni e degli smottamenti, dando lavoro e aumentando il PIL.
- 16. La mo.com, potrebbe costituire la base monetaria per capitalizzare un fondo sovrano di investimento pubblico, sia all'interno che sui mercati esteri, con grande vantaggio remunerativo.
- 17. Il patrimonio immobiliare pubblico, dovrebbe essere valorizzato e inserito all'interno dell'Agenzia dei Beni Demaniali e gestito da una società di partecipazione privata, immessa nel mercato della Borsa per una quota non scalabile, in grado di accogliere attraverso emissione di bond, azioni e altri strumenti finanziari altri capitali da destinare a una banca di credito alle aziende, di una banca mutua che eroghi mutui a tassi vicino allo zero per i giovani e chi partecipa a bandi per l'acquisto di social-housing. Lo stesso vale per la istituzione di una Assicurazione pubblica per chi intende avvalersi della sanità o incrementare la pensione contributiva.
- 18. La mo.com così intesa come nei punti sopra descritti, ridarebbe ai cittadini, il maltolto con il cambio a suo tempo introdotto con l'euro, che di fatto ha impoverito tutti a vantaggio dei soli intermediari che hanno lucrato nella forbice larga tra produttori e commercio finale, che è alla base di tutti i guai.
- 19. Abolire l'euro, ora, nel mezzo della recessione, sarebbe la più grande cretinata che si possa fare, non sarà certo una Lira a rimetterci sulla strada della crescita, dopo aver perso in 5 anni, il 25% della nostra manifattura.
- 20. La mo.com è un di più rispetto all'euro, quello che ci serve per armonizzare economie diverse senza provocare inflazione e senza continuare a finanziarci a debito sul mercato speculativo e sarebbe una mossa intelligente anche rispetto a paesi che stanno stampando moneta come Usa e Giappone.